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sabato, Maggio 4, 2024
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L’on. Nicola D’Agostino ed il comunicato “ballerino”.

 

dagostino-gruppo-misto-copPrimo capoverso. Scrive l’on. D’Agostino: “… le scelte nazionali non mi convincono per il futuro, quelle regionali stanno penalizzando il nostro territorio”.

Un mistero cercare di capire cosa intende l’onorevole per “scelte nazionali”. Non è convinto degli annunci di Renzi? Non è convinto del patto del Nazzareno? Ancora più interessante il secondo passaggio: “quelle regionali stanno penalizzando il nostro territorio”. Non è forse vero che l’on. D’Agostino ha preferito Crocetta a Miccichè? Non è forse vero che D’Agostino ha avuto un assessore in giunta regionale di riferimento ovvero il dott. Nico Torrisi?

Fondamentale il secondo passaggio della dichiarazione dell’on. Nicola D’Agostino. Scrive: “Non ho mai creduto che i partiti fossero dei fini ultimi e delle scelte assolute, piuttosto degli strumenti per sostenere le proprie idee e per dargli semmai forza e capacità realizzativa”. Come dire i partiti sono dei luoghi dove fare un percorso individuale e realizzare programmi personali. Una politica intesa come superamento dei partiti per andare alla più stretta personalizzazione? E, dopo questa dichiarazione, come si può, eventualmente, chiedere di far parte di un partito, il PD, che è quello maggiormente strutturato?

L’on. D’Agostino continua così: “… Il senso di opportunità (o un concetto vago di opportunismo) mi suggerirebbe di restare dove ero e coltivare più facilmente obiettivi di carriera personale”.

Non crediamo sia corrispondente a verità. Il senso di “opportunità o di opportunismo” certamente va nella direzione di lasciare l’UDC non certo di rimanere in un partito che non ha più consensi e che a livello nazionale, di fatto, è già scomparso. Quindi la scelta di lasciare l’UDC, al contrario di quanto afferma D’Agostino, è certamente opportuna. Poi l’onorevole ritorna a ribadire il suo pensiero sui partiti dimenticando che lui è uomo di partito, dei partiti. Scrive l’onorevole: “l’esigenza di tutelare un patrimonio umano e di intelligenze che non ha mai fondato le sue basi su steccati partitici…” I partiti, fino a prova contraria, sono il fondamento della democrazia italiana e non si capisce a quali “steccati” si riferisce. Forse si riferisce ai vari organi che vi sono all’interno dei partiti? Forse si riferisce ad una potenziale limitazione della libertà politica? Di fatto un uomo che è cresciuto nei partiti, che ha una segreteria efficiente, crediamo, non possa certo disprezzare (steccati) quelle che sono le regole dei partiti tradizionali.

Ed infine scrive l’on. D’Agostino: “… questa decisione; sono certo che condurrà a soluzioni che ci permetteranno di continuare il nostro impegno con rinnovata efficacia”.

Quindi, se abbiamo capito bene, la soluzione di lasciare l’UDC per andare al Gruppo Misto dovrebbe condurre a soluzioni per continuare l’impegno? Ed allora fino ad oggi l’UDC cosa ha rappresentato per l’onorevole D’Agostino una palla al piede? E da questa dichiarazione non si evince abbastanza chiaramente una sua rappresentazione di una certa allergia per i partiti?. Se così fosse non dovremmo mai più vedere l’on. D’Agostino all’interno di una qualsiasi compagine partitica ma dovrebbe continuare a fondare movimenti locali e aggregazioni civiche. Ma sarà davvero così?

(mAd)

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