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PERCHE’? PRG E CONVENZIONI. CHE SUCCEDE?

Da oltre un decennio il PRG di Acireale è in attesa di revisione. Il Piano Regolatore Generale “è lo strumento principale della pianificazione urbanistica a livello comunale. Sulla base dell’accertamento dello stato di fatto e delle previsioni di sviluppo del Comune nel periodo di validità del piano, esso prevede L 1150 17/8/1942 7 la destinazione d’uso delle aree, la possibilità di sfruttamento edificatorio, gli interventi realizzabili sul patrimonio edilizio esistente, le aree da destinare a servizi pubblici”.

L’amministrazione Alì il 30 dicembre 2019 con la delibera 275 approva lo SCHEMA DI ACCORDO DI COLLABORAZIONE SCIENTIFICA TRA LA CITTÀ DI ACIREALE E L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA, FINALIZZATO ALLA ATTIVITÀ DI STUDIO, RICERCA, COLLABORAZIONE, SUPPORTO METODOLOGICO E TECNICO-SCIENTIFICO PER LA REDAZIONE DI STUDI SPECIALISTICI DI SETTORE PER LA REVISIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE. L’impegno di spesa sarà di € 62.500,00 per il 2020 e di € 37.500,00 per il 2021.

Fin qui poco o nulla di strano. Se non fosse che nella corposa delibera non c’è minimamente traccia né menzione di un lavoro già fatto dallo stesso Dipartimento di ingegneria civile e architettura e consegnato al Comune di Acireale a marzo del 2018.


L’amministrazione Barbagallo nel 2014 stipula con il rettore dell’università di Catania un protocollo di intesa per reciproca collaborazione e studi sul territorio (delibera di G.M. 134 de 2014).
A seguito di quel protocollo viene poi stipulata una convenzione con il DICAR per specifici studi sul tessuto storico cittadino ai fini della redazione dello studio di dettaglio della LR 13/2015.
La responsabilità scientifica della convenzione è affidata al prof. Filippo Gravagno, acese e profondo conoscitore del territorio. Questa convenzione tra Ente e Università finanziò assegni di ricerca per 24.400 euro.
Si crea un Ufficio del piano, si coinvolgono i cittadini in riunioni per la redazione di un PRGC partecipato. Che fine ha fatto questo lavoro? Questo studio risulta consegnato al Comune a marzo 2018, ma resta all’interno del Comune, non è mai stato presentato alla città.
Perché il settore Urbanistica propone una nuova convenzione con il DICAR, una convenzione che non prevede l’eventuale proseguimento dello studio già fatto, ma un lavoro ex novo, con un nuovo responsabile scientifico e un nuovo esborso, stavolta di 100 mila euro, a carico della città?

Fin qui le domande di Fancity, che cercherà di capire meglio la vicenda.

Ma le stesse domande se le pone in questi giorni qualche citttadino attento, qualche ex amministratore… Per ultimo cronologicamente parlando, se le pone pubblicamente un ex componente della giunta Alì.

“Ecco che con la delibera 257 l’amministrazione ha finalmente scoperte le carte. Il PRG. Da almeno settant’anni il desiderio di ogni amministrazione, la speculazione edilizia. Grande innovazione. Mi chiedo, questa amministrazione ha l’autorevolezza per proporre ed approvare uno studio di PRG? Ovviamente no e per sopperire è stata proposta subito una “larga intesa”. Ma una opposizione fatta di singoli raccolti in un gruppo misto, quindi senza linea politica unitaria, sarà capace ed interessata ad intese programmatiche o piuttosto si cerca di offrire un benefit personale a chi vorrà accettarlo, in cambio di mano libera? Un accordo da prima repubblica? Ricordo che in quel periodo tra chi proponeva accordi, oltre ai cattivi si trovava anche chi aveva capacità tecniche e grandi ideali….in quel periodo”, scrive stamattina su Facebook Salvatore Pirrone.

L’ex assessore della giunta Alì pone le stesse domande sul lavoro già fatto dal DICAR e consegnato, ma va ben oltre. Riportiamo fedelmente alcune delle sue perplessità.
“Dom 2: quando si fa una convenzione con l’Università, è quest’ultima che sceglie il responsabile scientifico. Su incarichi importanti non si potrebbe configurare per l’amministrazione un aggiramento delle leggi sugli affidamenti, ad esempio l’importo di €.100.000 quale rimborso spese è commisurato ad una parcella professionale per un lavoro simile e ancora, L’UNICT è l’unico Ente Universitario capace e disponibile per tale incarico? Sono stati interpellati altri Enti?
Dom 3: Se invece il motivo della scelta tramite università è la particolare competenza del responsabile scientifico, già indicato all’art.3 c.2 della bozza di accordo di collaborazione, che sono certo è di altissimo livello (non sono pratico di procedure universitarie, è una domanda, forse il senato accademico non è necessario, o forse è passata da un senato accademico una richiesta informale del Comune? Problemi di altri enti, certo, ma cosa ne pensa il responsabile della trasparenza del Comune?), perché offrire l’incarico e non utilizzare strade meno contestabili? Si sarebbe certamente aggiudicato l’incarico.
Dom 4: le indicazioni di analisi assegnate all’Università sono sufficienti? Ad esempio, si vuole mantenere la promessa elettorale del consumo zero di territorio? É sufficiente “l’individuazione di strategie di azioni per lo sviluppo artigianale e commerciale” ? Sarà ancora esaminata la proposta del luglio 2018 di realizzare un centro commerciale in Corso Italia e qualcosa di simile al posto del campo comunale? Se si, di chi sarà il vantaggio? Quale sarà l’effetto sul commercio? Quale sarà l’effetto sulla città? Oppure si è abdicato a favore dell’università, credendo che uno studio è asettico? Chissà cosa ci aspetta!”.

Fine prima parte.

L.C.

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