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Piccola storia di Jaci – Ardito Cacciapuoti Mario caduto il 26 luglio 1943

L’ardito Cacciapuoti Mario morto il 26 luglio del 1943, giorno dedicato a Santa Venera, è sepolto nel sacrario dei Caduti del Cimitero di Acireale.

Il X° Reggimento arditi di Santa Severa – II° battaglione agli ordini del Maggiore Vito Marcianò in quel periodo era dislocato in Città con le seguenti compagnie:

comando di battaglione

111ª Compagnia paracadutisti

112ª Compagnia da sbarco

113ª Compagnia terrestre

Freggio del Reggimento

Cercando informazioni nella vasta pubblicazione locale sui fatti del 1943, si ritrova una testimonianza di Mons. Paolo Randazzo sulla morte di questo militare pubblicata nel volumetto Santa Venera V e M – Cittadina e Patrona di Acireale 2a Edizione a cura di Don Carmelo Gresti Cappellano della depurazione della Reale Cappella.

– Mons. Paolo Randazzo scrive:

” Nel programma dei festeggiamenti di Santa Venera trovo segnato per il giorno della Traslazione delle Reliquie; “Pellegrinaggio dei giovani della citta del Fanciullo”.

Mi permetto significarLe che non si tratta di un semplice Pellegrinaggio ma di un – pellegrinaggio votivo

Nel lontano 1943 andavo periodicamente a trovare i miei familiari sfollati a Biancavilla in contrada Argentieri. In un viaggio di ritorno una grossa avaria bloccava la mia auto 500 Ct11600. Per farla riparare portai a Biancavilla il meccanico Sig. Paolo Re, servendomi di altra macchina avuta in prestito dal Capitano medico dr. Marcello Alagona di stanza nell’ ospedale militare di S.M. Ammalti. E per evitare che i tedeschi ci requisissero la detta auto ci siamo fatti scortare da due arditi del…

Tutto il viaggio andò bene. Riparata la macchina – nel viaggio di ritorno – ci siamo fermati in contrada “Sberna” di Biancavilla al cancello di un orto di una proprietà paterna. Scesi dalla Fiat 500 Ct 11600, uno degli arditi il Caporale Mario Cacciapuoti nato a Palermo nel 1920 gridò: Attenzione: apparecchi nemici scendono in picchiata!

Nel cancello mancavano due barre e mi abbassai per entrare nell’orto. Ebbi chiara la sensazione sulla inutilità del mio gesto perché gli apparecchi se non mi potevano colpire alle spalle mi potevano colpire raggiungere frontalmente. Fu allora che in si grave pericolo pregai con fiducia S. Venera perché mi salvasse. Una sventagliata di mitragliatrice mi sfiorava la schiena riparata da un albero. Un proiettile però colpiva mortalmente alla fronte il Caporale Mario Cacciapuoti ed un soldato tedesco a circa 50 metri di distanza nello stradale.

Tornai indietro – mentre continuava il mitragliamento – nel desiderio di soccorrere Cacciapuoti. Ma era già morto e mi limitai a dargli l’assoluzione.

Era proprio il giorno 26 luglio 1943 festa di Santa Venera. Portammo ad Acireale il soldato ucciso che oggi trovasi tumulato nella Cappella dei Caduti del nostro Cimitero.

Promisi a S. Venera di celebrare ogni anno la S. Messa nei giorni della Sua festa per ringraziarLa della Sua protezione ed ora ogni anno i ragazzi della Città del Fanciullo si uniscono al loro direttore così visibilmente protetto dalla Santa Patrona.

Al Cancello dell’orto è stata costruita una icone di marmo con la immagine di S. Venera.

Quanto sopra Le scrivo per doverosa precisazione e rendere di pubblica ragione la grazia ottenuta”

(S.P.)

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