Malgrado l’evidente stortura nelle modalità di calcolo della TARI utilizzate ad Acireale, non credo sia possibile chiedere un rimborso all’Ente, non rientra nella fattispecie prevista.
Il problema, come avrete sicuramente visto o letto, riguarda il calcolo della tariffa nel caso di pertinenze (garage, cantine etc.) legate ad utenze domestiche.
Giorno 20 è stata pubblicata dal ministero delle finanze la circolare con i chiarimenti sull’applicazione della tassa sui rifiuti (TARI), in modo da poter procedere al rimborso.
Ricordo che la TARI deve coprire interamente i costi legati al servizio dei rifiuti e che va suddiviso fra utenze domestiche e non domestiche (attività commerciali, studi professionali, etc.). Il tema del contenzioso riguarda le utenze domestiche.
Nella determinazione della tariffa da applicare per la TARI la Legge prevede una quota fissa ed una quota variabile:
La quota fissa è legata ai costi di investimento sostenuti dal comune mentre la quota variabile è legata all’intensità della sua fruizione da parte dell’utente e, in definitiva, alla quantità di rifiuti dallo stesso prodotti. E’ chiaro quindi come sia legata alla composizione del nucleo familiare e non alla dimensione dell’immobile.
Per chiarire riporto il caso della tariffa del comune di Reggio Emilia:
Nel calcolo della TARI ogni famiglia paga secondo il numero di componenti una quota (variabile) legata alla composizione familiare ed una quota fissa legata alla composizione familiare moltiplicata per la dimensione dell’immobile.
Famiglia di 3 persone con immobile di 100 m2: = 161,2013+1,2771*100=288,91 € (siamo lontanissimi dagli importi acesi).
Dove nasce l’errore commesso da tanti comuni? Nel calcolo della tari per le unità accessorie, avendo applicato la quota variabile anche per queste. Mentre la quota variabile è legata alla capacità della famiglia di produrre rifiuti, a prescindere dal numero di garage o cantine possedute.
L’esempio riportato sulla circolare evidenzia chiaramente il problema della scorretta applicazione fatta da alcuni comuni. Prendiamo il caso di due nuclei familiari composti da 3 persone:
- il primo dei quali possiede un’abitazione di 100 mq
- il secondo un appartamento di 80 mq e una cantina di 20 mq
Ipotizziamo per il calcolo che i valori delle due quote per il comune siano:
- parte fissa: € 1,10
- parte variabile € 163,27
Alcuni comuni hanno applicato la quota variabile anche alle pertinenze:
Mentre per il secondo nucleo familiare il calcolo corretto è:
Il contribuente potrà richiedere il rimborso di 163,27 €.
Veniamo al caso di Acireale. La Legge 27 dicembre 2013, n. 147 istitutiva della TARI prevede due diverse modalità di calcolo. Al comma 651 recita “Il comune nella commisurazione della tariffa tiene conto dei criteri determinati con il regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158. “. Il DPR 158 è il decreto che definisce la quota fissa e la quota variabile come abbiamo visto fino adesso.
La stessa Legge 147, però, al successivo Comma 652 consente ai comuni di applicare un diverso metodo di calcolo, che però deve garantire allo stesso modo un corretto rapporto tra tassa e rifiuto prodotto:
652. Il comune, in alternativa ai criteri di cui al comma 651 e nel rispetto del principio «chi inquina paga», sancito dall’articolo 14 della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, relativa ai rifiuti, puo’ commisurare la tariffa alle quantita’ e qualita’ medie ordinarie di rifiuti prodotti per unita’ di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia delle attivita’ svolte nonche’ al costo del servizio sui rifiuti. Le tariffe per ogni categoria o sottocategoria omogenea sono determinate dal comune moltiplicando il costo del servizio per unita’ di superficie imponibile accertata, previsto per l’anno successivo, per uno o piu’ coefficienti di produttivita’ quantitativa e qualitativa di rifiuti.
Con delibera di Consiglio n. 66 dell’08/08/2014 con soli 3 voti contrari ed un astenuto viene scelta la seconda opzione dando mandato agli uffici di elaborare il piano economico finanziario che porta alla seguente tabella che è quella con cui fino ad oggi paghiamo la TARI sulle utenze domestiche ad Acireale:
La modalità di calcolo è stata approvata con deliberazione consiliare n. 85 del 29.09.2014 “imposta unica comunale (iuc). componente tassa sui rifiuti (tari) – approvazione del piano economico finanziario e delle tariffe per l’anno 2014”. Tariffe che non sono mai state riviste e che continuano ad essere utilizzate ancora oggi.
Con questa definizione di tariffe appare lampante come sia assolutamente sottostimata la componente umana di produzione del rifiuto, colpendo così soprattutto i nuclei familiari monoutente.
A parità di mq (100) un nucleo familiare composto da 3 individui versa 14,027 € in più rispetto ad uno monofamiliare. Cioè una persona in più in un anno produce rifiuti per un costo di 7 €.
Il calcolo da infatti 430,168 € per un nucleo familiare di 3 persone contro 416,141 € per un nucleo monofamiliare.
A Reggio Emila due persone in più incidono (solo per la quota variabile) per 45 €, malgrado siamo lontanissimi dai costi di Acireale, oltre alla quota legata alla parte fissa. il costo complessivo sarebbe infatti rispettivamente di 288,9113 € per un nucleo familiare di 3 persone contro 167,387 € per un nucleo monofamiliare, con una differenza di circa 121 €.
Siamo lontanissimi dai costi acesi, quasi metà dell’importo versato.
Ad Acireale nel calcolo è quindi preponderante la parte legata alle superfici e quindi anche la quota relativa alle unità accessorie. A mio parere però non rientriamo nei casi per cui è possibile richiedere il rimborso al Comune, perchè non è legato all’errore di calcolo, è scelta politica.
Tenendo sempre comunque conto che chi si avvantaggia di questa scelta e chi ci rimette, visto che il totale rimane uguale e deve coprire interamente i costi. Sarebbe interessante disporre della ipotesi di calcolo con quota fissa e quota variabile che credo sia stata proposta al Consiglio Comunale, mi ha mostrato la tabella con parte fissa e variabile Claudio Di Pasquale che ne ha ricevuto una copia dall’ufficio tributi.
Mi auguro che presto la nostra amministrazione riveda le modalità di calcolo, individuando meglio i parametri per la definizione della TARI. Passando presto al meccanismo della tariffazione puntuale, dove la quota variabile possa essere effettivamente commisurata ai rifiuti prodotti.
Spero anche che attivi presto anche meccanismi premiali ad esempio l’utilizzo della compostiera domestica o del conferimento in CCR di plastica, carta etc. Meccanismi che oltre a favorire economicamente l’utente abbattono il costo complessivo del servizio e producono un beneficio a tutta la cittadinanza.
(stefano alì)