Anche per me è giunta l’età dei ricordi. Veramente la faccia l’ho tenuta sempre voltata più indietro che avanti, non costretto come Tiresia, ma badando a coltivare il passato. E nella mia vita c’è un episodio non trascurabile che riguarda un mio confronto diretto con Emilio Colombo, spentosi a novantatre anni nel 2013..
Era il giugno del 1971, non ricordo il giorno perchè non tenevo ancora diari e “La Sicilia”, e la stampa in generale, non registrò il fatto pur così insolito e clamoroso che sto per dire. Faceva molto caldo e vivevo quei giorni tra la preparazione agli imminenti esami di maturità e l’attenzione per le altrettanto imminenti elezioni regionali. Quel giorno si sapeva che ad Acireale sarabbe arrivato il presidente del Consiglio dei ministri, e un nutritissimo gruppo di democristiani si preparò al supplizio del caldo resistendo in una Piazza Duomo più assolata di uno scenario western con fazzoletti bianchi sulla testa e, naturalmente, il vestito con variazioni tendenti al nero. Colombo arrivò – in forte ritardo, ricordo era oltre mezzogiorno – con un gigantesco elicottero militare che sollevò sabbia spargendola per tutto il centro storico, nel vecchio stadio di viale Regina Margherita. Di lì si diresse a piedi per corso Umberto, in una città semideserta, con un gruppone di amministratori, carabinieri, sindaci del circondario e religiosi, preceduto da due motociclisti della polizia verso il palco in piazza Duomo che altro non era se non la vetta della scalinata del Municipio, unico posto all’ombra. Io e altri tre ragazzi al passaggio del premier sollevammo il pugno alla maniera comunista. Lui ci vide e con quel suo fair play un po’ dandy ci fece largamente, e sorridendo, il cenno di no con l’indice della mano destra. I democristiani erano stupiti, ma la novità gli fece soffrire meno il caldo.
Ci piazzammo sul sagrato della basilica dei ss.Pietro e Paolo.
L’intero suo comizio fu dedicato a noi, giovani cresciuti in una società serena, democratica, benestante, che annoiati di contestare avanzavamo al leader democristiano….un’anticipazione del compromesso storico! Nelle nostre facce – fresche e sorridenti nonostante l’inconscia temibilità del simbolo del pugno chiuso – Colombo individuò….una proposta di alleanza che….respinse amabilmente!
Ci avvicinammo alla fine del comizio ai dirigenti del PCI – l’on Benito Cerra e altri – che erano rimasti a guardare granitici ma ammutoliti. Già da tempo contestavamo il partito di Longo, ma erano pur sempre più grandi e esperienti di noi.
Li interrogammo con lo sguardo, orgogliosi di quello che avevamo fatto.
– Avete rovinato tutto – ci disse gelidamente Turi Rizza.
Ivan Castrogiovanni