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Storia d’Italia – La battaglia di Guadalajara, 08 marzo 1936

Il 18 novembre del 1936 l’Italia e la Germania riconoscono come unico e vero governo spagnolo la Giunta di Burgos presieduta da Francisco Franco, autoproclamatosi “Caudillo”. Nonostante le due potenze avessereo firmato un patto di non intervento, favorirono la formazione di corpi volontari in appoggio alle forze nazionaliste di Franco.

Il partito fascista italiano riusci a raggruppare per la campagna spagnola il Corpo Truppe Volontarie, circa 50.000 uomini costituiti da volontari , ex squadristi e disoccupati, il cui l’ideale principale era un facile guadagno e scatti carrieristici nelle gerarchie del partito, comandati da ufficiali dell’esercito o della milizia. In appoggio al governo repubblicano accorrono tanti volontari da diversi parti del mondo tra cui circa 5000 volontari italiani che aderiscono alle “Brigate Internazionali”, la maggior parte fuoriusciti oppositori el regime, L’Unione Sovietica invia armi tra cui gli ottimi carri T34 e consulenti militari.

Volontari fascisti e fuoriusciti inquadrati nel battaglione “Garibaldi” si scontreranno nei pressi di Guadalajara e il primo scontro d’armi di italiani oppositori del regime e fascisti.

Il piano nazionalista è la conquista di Madrid da nord attraverso la conquista di Brihuega e Guadalajara, il settore sinistra del fronte è affidato a 4 divisioni di “Camicie Nere” (circa 30.000 militi) comandate dal gen. Roatta.

La Battaglia di Guadalajara

La mattina dell’ 8 marzo 1937 il fronte repubblicano è sfondato d’impeto dalla divisione “Fiamme nere” e dai legionari spagnoli e il 09 marzo gli italiano occupano Brihuega. Nel frattempo però il comando repubblicano ha fatto affluire ha fatto affluire la XII Brigata Internazionale, che sta avanzando verso Brihuega con il Battaglione Garibaldi in testa. Il primo scontro a fuoco si ha nella mattinata quando una colonna delle Fiamme Nere è in chiodata dalle mitragliatrici dei “garibaldini”. Il battaglione “Garibaldi”, comandato da Luigi Longo, mantiene le posizioni e martella i fascisti anche con l’arma della propaganda.

il 12 marzo inizia il contrattacco repubblicano e i “garibaldini” riconquistano Brihuega , il 14 marzo Roatta fa affluire tutte le forze, il 18 marzo i fascisti sono costretti a ritirarsi lasciando sul campo 400 morti, 560 dispersi, 4000 feriti e 300 prigionieri.

La grave sconfitta del Corpo Truppe Volontarie è rigorosamente censurata e non trapela in Italia. Il Prestigio di Mussolini è fortemente ridimensionato nei confronti degli spagnoli e dei nuovi “amici” tedeschi. La vittoria delle Brigate Internazionali non ribalta l’esito della prossima vittoria franchista mentre la responsabilità della sconfitta italiana ricade su i volontari accussati di scarso “odio verso il nemico”

Fonte storica: Storia d’Italia dall’Unità a oggi – Arrigo Petacco.

Nella foto volontari della Battaglione Garibaldi

(Seby Pittera)

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