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Storia d’Italia – L’armistizio di Villafranca, 11 luglio 1859

II guerra d’indipendenza

Nelle battaglie di Solferino e San Martino, i francesi perdono quasi 12.000 uomini, i piemontesi 5500 e gli austriaci 22.000. Le gravissime perdite subite costituiscono uno dei motivi che inducono inopinatamente Napoleone III a proporre, ai primi di luglio, a Francesco Giuseppe la stipula di un armistizio. L’imperatore d’Austria accetta la proposta, così che l’8 luglio, i capi di Stato Maggiore dei tre eserciti possono sottoscrivere una tregua valevole fino alla metà di agosto.

L’ 11 luglio Napoleone III e Francesco Giuseppe si incontrano a Villafranca per concordare le condizioni della pace. Esse prevedono la cessione della Lombardia – tranne Mantova e Peschiera – dall’Austria alla Francia che provvederà a sua volta a rimetterla al Regno di Sardegna. L’Austria manterrà il possesso del veneto, mentre nel Ducato di Modena e nel Granducato di Toscana è stabilito che rientrino i rispettivi sovrani, con l’intesa che ciò avvenga senza interventi ,militari da parte dell’Austria.

I piemontesi si sentono traditi: non solo Napoleone ha evitato di comunicare al governo sardo la sua intenzione di aprire trattative con il nemico, ma adesso, si è prestato alla volontà austriaca di umiliare il Piemonte accettando la farsa della “finta” cessione della Lombardia alla Francia.

Vittorio Emanuele, pur non essendo stato nemmeno lui informato delle intenzioni dell’imperatore, ha ingoiato il rospo forse con minor rabbia rispetto a Cavour. Il re non si è opposto all’armistizio e ha mandato l’ 8 luglio, a firmare il generale Morozzo della Rocca.

Appena informato della cosa, la mattina del 9 luglio, Cavour parte da Torino insieme a Nigra per raggiungere il teatro della guerra. Il 10 luglio arriva a Monzambano, al quartier generale del re, dove viene a sapere che il giorno dopo napoleone III e Francesco Giuseppe si incontreranno. La sera si reca a Valeggio, dove è posto il quartier generale dell’imperatore francese, che , a quanto pare, rifiuta di incontrarlo.

L’11 luglio, dopo l’incontro con Francesco Giuseppe, Napoleone III informa Vittorio Emanuele delle condizioni di pace concordate: il re non sembra troppo costernato: ormai ha accettato il fatto compiuto. Molto più aspra è invece la reazione di Cavour.

Il giorno successivo a quell’incontro tempestoso Vittorio Emanuele firma il trattato con una riserva nella quale dichiara di impegnarsi solo per la parte che lo riguarda.

Ma quali sono le ragioni che hanno indotto Napoleone III, nel momento in cui sembrava la possibilità di una disfatta dell’Austria, a tendere la mano al nemico offrendogli la via di scampo dell’armistizio? Una – come abbiamo detto – è da ricercarsi nell’impressione suscitata nell’imperatore dalla carneficina di Solferino. Più in generale egli era preoccupato per i crescenti costi che la guerra comportava in termini umani e finanziari. D’altra parte l’Austria, anche se battuta, continuava a poter contare su un potenziale notevole derivante dal grande Impero che ha alle spalle e pertanto era difficile prevedere per quanto ancora la guerra sarebbe continuata. Era invece facile intuire che, quanto più le operazioni si fossero prolungate più sarebbe aumentata in Francia l’avversione di quelle forze che non hanno mai completamente digerito l’impegno bellico al di là delle Alpi.

Un’altra ragione che ha spinto Napoleone a prendere la sua decisione è stata la situazione internazionale. Dopo l’insuccesso dei precedenti tentativi di mediazione, è infatti ricominciata in grande stile l’opera diplomatica delle grandi potenze, in particolare della Prussia.

Quest’ultima, da un lato, ha mobilitato le sue truppe, facendo intravedere la possibilità di un intervento a fianco dell’Austria; dall’altro, si è fatta promotrice di una nuova mediazione nella quale ha coinvolta L’Inghilterra e la Russia. Napoleone Napoleone ha temuto di essere spiazzato da questa iniziativa e, anche nel tentativo di offrire egli stesso una concreta base di trattative nel caso di un eventuale congresso internazionale, ha deciso di arrivare direttamente all’armistizio con L’Austria.

Storia d’Italia – Arrigo Petacco

Scena dell’armistizio in una stampa del tempo: Franz Joseph ( a sinistra) e Napoleon III° si incontrano per concordare le condizioni di pace.

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