Pubblicato nel 1974, “Crime Of The Century” è il terzo album dei Supertramp, la band britannica che proprio grazie a questo lavoro, esce dal limbo dell’anonimato scalando le classifiche di vendita e regalando alla band visibilità e grande popolarità. La produzione dell’album è affidata a Ken Scott, noto per essere stato uno dei cinque tecnici del suono dei Beatles, ma anche perchè produttore di molti grandi nomi della musica come Elton John, Procol Harum, Mahavishnu Orchestra, Jeff Beck Group, David Bowie, Level 42 e Stanley Clarke.
Trainato dal singolo “Dreamer” che in Inghilterra divenne subito una hit, l’album conquistò gradualmente anche il mercato americano grazie al gancio fornitogli dal 45 giri “Bloody Well Right”. I Supertramp affrontano la produzione di questo lavoro dopo un rimpasto all’interno della loro formazione originaria grazie all’ingresso del batterista Bob Siebenberg, di John Anthony Helliwell (sassofono-clarinetto e voce) e del bassista Dougie Thomson, una vera rivoluzione in seno al gruppo dovuta a contrasti interni e al flop commerciale dei primi due lavori e relativi tour di supporto, che non riuscirono a dare popolarità alla band nonostante consistenti appoggi economici. E a tal proposito va citata una curiosità: sulla copertina del disco appare una dedica apparentemente enigmatica che recita “To Sam”; non tutti sanno che è riferita a Stanley August Miesegaes, un milionario olandese che sostenne economicamente la band tra il 1969 e il 1972.
I Supertramp rivitalizzati dalla nuova formazione si presentarono in studio per la realizzazione del nuovo album con ben quarantadue demo che vennero vagliate e passate in osservazione attraverso centinaia di ascolti, un lavoro estenuante che permise di porre le basi per scelta delle otto tracce definitive che avrebbero composto “Crime of the Century”.
Forti di un rock progressivo di ottima qualità con una spiccata predilezione per i ritmi dilatati, i Supertramp aprono il nuovo album con la sorprendente “School”, un brano introdotto da un potente attacco di armonica seguito da diversi riff e cambi di tempo ed esaltato da un magnifico assolo di pianoforte. Oltre alla già citata “Bloody Well Right” che mette in mostra le tastiere di Rick Davies, unico membro ad aver fatto parte di tutte le formazioni della band, spicca “Hide in Your Shell” una lunga ballad di quasi 7 minuti con diversi cambi di tempo e che da l’idea, come se fosse un’anticipazione, di quello che sarà il prossimo album della band (“Breakfast in America”) che buona parte dei fans considera il capolavoro assoluto dei Supertramp. “Dreamer”, la hit che farà da traino al successo del vinile, mette in mostra tutte le peculiarità tipiche della band: tastiere in primo piano, armonizzazioni vocali, il falsetto di Roger Hodgson e tante atmosfere pop; “Rudy”, a mio avviso il brano più bello e caratterizzante di tutto l’album, è un omaggio al pianoforte, una suite di oltre 7 minuti impreziosita da un basso percussivo, orchestrazioni e arrangiamenti di grandissimo livello e cambi di ritmiche che stupiscono l’ascoltatore.
“Crime of the Century” è un disco stimolante, frutto di una vena creativa non comune e di arrangiamenti sofisticatissimi. Insieme al successivo “Breakfast in America” rappresenta il meglio della produzione dei Supertramp, due vinili che non possono mancare nella collezione di tutti gli amanti della buona musica.
Luigi Pennisi