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23 marzo 1921, la strage del Diana

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La strage del Diana avvenne al Kursaal Diana a Milano il 23 marzo 1921, in seguito ad un attentato dinamitardo che causò 21 morti e 80 feriti. L’attentato era stato ordito per colpire il questore Giovanni Gasti che si riteneva risiedesse in un appartamento posto sopra il teatro. La sera del 23 marzo furono posizionati 160 candelotti di gelatina esplosiva in una cesta, ricoperti da paglia e bottiglie vuote, poi collocata nei pressi dell’ingresso riservato agli artisti che portava dall’albergo alla contigua sala di spettacolo. Alle 22.40, dopo il lungo trillo che finalmente annunciava l’inizio dello spettacolo, il folto pubblico prese posto e fu in quel momento che un bomba esplose frantumando la muratura e investendo le prime file degli spettatori e la buca dell’orchestra. Il processo contro gli attentatori anarchici, difesi dall’avvocato Leonida Repaci, ebbe inizio il 9 maggio 1922, avanti la Corte di Assise di piazza Fontana  Il 1º giugno fu pronunciata la sentenza che individuava come autori materiali della strage e condannava all’ergastolo il bergamasco Ettore Aguggini, di 19 anni, e i mantovani Giuseppe Mariani, di 23 anni, e Giuseppe Boldrini, di 28 anni, che si proclamerà sempre innocente. Gli altri 16 imputati, ritenuti complici, furono condannati a pene varianti tra i 15 e i 4 anni di carcere. L’azione contro il “Diana”, suscitò orrore e disapprovazione negli ambienti anarchici. Errico Malatesta, dal carcere, sospese lo sciopero della fame ed espresse «il suo sdegno per il delitto esecrando che giova solo a chi opprime i lavoratori e a chi perseguita il nostro movimento». 

Più avanti, sulle pagine di «Umanità Nova», pubblicherà un articolo, intitolato Guerra civile:

“…Qualunque sia la barbarie degli altri, spetta a noi anarchici, a noi tutti uomini di progresso, il mantenere la lotta nei limiti dell’umanità, vale a dire non fare mai, in materia di violenza, più di quello che è strettamente necessario per difendere la nostra libertà e per assicurare la vittoria della causa nostra, che è la causa del bene di tutti…” (Errico Malatesta su “Umanità Nova“, l’8 settembre 1921)

#fancityaccaddeoggi

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