il 03 ottobre 2013, un’imbarcazione libica di venti metri, partita due giorni prima da Misuraca, stracolma di disperati provenienti dall’Eritrea, dal Ghana, dalla Somalia, dall’Etiopia e dalla Tunisia, prende fuoco a poche miglia dall’isola dei conigli. colerà a picco insieme al suo carico di dolore e speranza insieme. saranno 363 le vittime. In seguito alle numerose azioni di solidarietà e accoglienza da parte della comunità dell’isola, il settimanale italiano l’Espresso ha aperto una raccolta firme affinché Lampedusa venga candidata a ricevere il Nobel per la pace e che il 3 ottobre venga riconosciuta quale “Giornata della Memoria e dell’Accoglienza”. un nobel che la gente di Lampedusa vince ogni volta che presta soccorso, che offre accoglienza, rischiando una denuncia. E ad un anno di distanza questa comunità riabbraccia i sopravvissuti, all’aeroporto di Lampedusa sono arrivati in 43, tra superstiti e familiari delle vittime del naufragio; assieme ai lampedusani, ad accoglierli il sindaco Giusi Nicolini. adesso si trovano per lo più in paesi del nord Europa, lavorano, hanno iniziato ad integrarsi, vanno a scuola, e sono tornati nella terra che ha visto morire compagni, madri, sorelle, amici, ma anche a stringere in un abbraccio di gratitudine chi, per mesi, li ha ospitati, sfamati, rincuorati. in fondo c’è ancora una speranza.
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