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mercoledì, Maggio 1, 2024
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Chi sono quelli dell’ISIS, la loro strategia e i finanziamenti di Enzo Coniglio

Iraq: Isis posta video decapitazione giornalista Usa

Si fa un gran parlare dell’ISIS, della sua strategia,  dei suoi seguaci e delle fonti di finanziamento, ma se interrogate gli amici e i conoscenti, vi accorgerete che ci sono in giro poche idee e molte confuse che non ci possiamo permettere perchè siamo chiamati ad approvare o a rigettare decisioni vitali per il nostro futuro che ricadono in questa sfera.

Il califfato islamico collegato all’Impero ottomano è cessato  definitivamente nel 1924. Il nuovo non ha nulla a che vedere con quell’Impero e quel califfato e ha la sua origine nei  rivolgimenti bellici e nelle rivolte degli ultimi decenni in Iraq, in Siria, in Libia, in Egitto, in Yemen, in Libano… Un autentico rimescolamento di carte di tutta l’area mediorientale che Francia e Gran Bretagna pensavano di controllare con una spartizione delle aree di influenza con l’accordo segreto Sykes-Picot e di regolamentare con il trattato di Pace che pone fine nel 1922 alla prima grande guerra.

Durante le guerre e le rivoluzioni degli ultimi decenni, ci sono state violente manifestazioni rivoluzionarie che abbiamo definito jihadiste e legate a gruppi organizzati facenti capo a Osama Bin Laden o ad al-Qaida e simili, ma nessun gruppo aveva pensato di costituirsi in un autentico Stato con un proprio territorio, con un proprio esercito e naturalmente con un proprio bilancio finanziario adeguato allo scopo. E questa costituisce la novità dell’IS (Islamic State) elevato a Califfato, motu proprio, dal suo fondatore Abu-Bakr al-Baghdadi.

La ricchezza dell’ISIS depositata nelle banche, è stimata in alcuni miliardi di dollari ed  è alimentata dalla vendita di gas e petrolio al mercato nero che assicura circa 1,5 milioni di dollari al giorno.L’ISIS controllerebbe il 35% del petrolio siriano  ed estrarrebbe da 30 a 40.000 barili al giorno di greggio. 

Altro cespite importante è la vendita di reperti archeologici  che l’UNESCO e l’Interpol valutano in 6-8  miliardi di dollari all’anno. Ai quali vanno aggiunti i ricavi dai saccheggi delle banche, i riscatti per la liberazione degli ostaggi, le dogane e le tasse per la fornitura dei servizi di luce, gas, trasporti, ecc. come uno stato normale e la donazione di privati e di Istituzioni. Da queste brevi annotazioni,ci si rende conto della gran massa di capitale su cui l’IS può contare. In sordina, aggiungiamo la vendita di organi umani sulla quale non abbiamo reperito dati certi e accertati.

Contrariamente a quanto il nome lascierebbe intendere, non si tratta di gruppi di persone esperte in questioni islamiche, che provengono da scuole coraniche. Si tratta di un gruppo di persone con una conoscenza approssimativa del pensiero islamico, che si schiera con la corrente dei Sunniti e, novità assoluta, che intraprende una intensa attività di proselitismo anche tra una popolazione occidentale prevalentemente giovanile dalle estrazioni più diverse e che sceglie come strumento di promozione sia la rete Internet che atti di spietata ferocia saggiamente pubblicizzati che creano terrore ed orrore e che i media amplificano a dismisura e che farebbero bene ad astenersi.

Dalle fonti statistiche, i Foreign fighters, provengono soprattutto dalla Russia (800); Francia (700); Gran Bretagna (500); Australia (250); Belgio (250); Paesi Bassi (150), ecc, oltre 2000 in tutto. Secondo un recente studio condotto in Francia dall’Unità di coordinamento della lotta al terrorismo, i giovani che hanno propensione ad aderire alla jihad islamica, il 63% ha una età compresa  tra 15 e 21 anni. Di questo gruppo, il 67% proviene dal ceto medio, il 17% dai ceti superiori, e il 16% da ambienti popolari. Tra costoro non ci sono soltanto convertiti ma anche atei, miscredenti, cristiani…. Secondo l’inchiesta il 40% ha manifestato sintomi depressivi. 

È opinione diffusa che L’ISIS dirige i suoi atti terroristici contro l’Occidente. Tale convinzione è nettamente smentita dalle rilevazioni statistiche dalle quali si deduce che essi hanno interessato l’Algeria, la Tunisia, la Libia, l’Egitto, la Turchia, la Siria, l’Iraq, lo Yemen, il Mali, il Kenia, l’Afganistan, il  Pakistan e persino l’Arabia Saudita.  Tra gli Occidentali, gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia e la Danimarca, oltre naturalmente ala Francia. Un misto di guerra civile con messaggi destabilizzanti verso l’Occidente per dimostrare il loro potere devastante. Una autentica trappola  nella quale non dobbiamo cadere. Dichiarare guerra è il più bel regalo che possiamo fare a questi terroristi della peggior specie dell’ISIS, insieme a quello di associarli a 1,2 miliardi di musulmani che non hanno nulla a che vedere con questi demoni del terrorismo. 

(Enzo Coniglio)

 

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