“Io ho scelto questo brano del mio amato Faber. Pezzo che amo molto per ciò che rappresenta, e che mai, come negli ultimi tempi è così attuale nell’odio verso il “diverso”. Faber si sofferma sui rom, su quelli chiamati a volte in tono inequivocabilmente dispregiatvo zingari e che invece hanno fatto del loro spostarsi una cultura… “per la stessa ragione del viaggio, viaggiare…”. Amo questo pezzo perché magico, pieno di poesia, perché porta la mente a profumi lontani, a vecchie carovane, a donne con lunghe gonne, a un senso di totale libertà. E alla fine, i versi cantati dalla stessa figlia di Faber che riprende une nenia rom, credo che rasenti davvero la perfezione.”
(Cvava sero po tute / i kerava / jek sano ot mori / i taha jek jak / kon kasta / vasu ti baro nebo / avi ker / kon ovla so mutavia / kon ovla / ovla kon ascovi / me gava palan ladi / me gava / palan bura ot croiuti.
Poserò la testa sulla tua spalla / e farò / un sogno di mare / e domani un fuoco di legna / perché l’aria azzurra / diventi casa / chi sarà a raccontare / chi sarà / sarà chi rimane / io seguirò questo migrare / seguirò / questa corrente di ali ).
https://www.youtube.com/watch?v=EpSC-4ael8o