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venerdì, Maggio 3, 2024
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Gianroberto Casaleggio e la sua sfida planetaria – di Enzo Coniglio

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Devo confessarlo: non sono mai stato un fan del M5S  che comunque seguo con particolare interesse dalla fondazione. Ho invece sempre cercato di decifrare e di capire il suo co-fondatore, Ganroberto Casaleggio, non solo il suo pensiero ma la sua persona, il personaggio. E adesso che è morto, lascia in me un profondo vuoto perchè interrompe un dialogo ideale che avevo creato a distanza anche se non ho potuto approfondire le mie riflessioni di persona..

Da cosa nasceva quell’interesse verso la persona di Casaleggio? Dai dieci anni trascorsi in California in piena rivoluzione informatica, durante i quali si era trasformata, insieme all’Arizona,  in una terra di “santoni” di ogni tipo, gente seria, super istruita che guardava il mondo con occhi diversi, deformati dalle ricerche informatiche e dalle nuove, possibili “architetture” dell’universo. Tra questi santoni – scienziati, ricordo il fratello del “grande Arlecchino”, Ferruccio Soleri: l’architetto Paolo Soleri che aveva dato vita alla Comunità di Arcosanti insieme alla moglie Colly e a ben settemila seguaci in un magico squarcio di terra a pochi chilometri del Grand Canyon.

Gianroberto faceva parte idealmente di quel mondo; voleva laurearsi in informatica ma non ha completo i suoi studi; in cambio, ha lavorato in quell’ambiente stimolante che era la Olivetti e ha deciso comunque di dedicare la sua vita al mondo dell’informatica, affascinato dalle grandi potenzialità che quel mondo poteva offrire a chi ricercasse di cambiare il mondo attorno a sé, perchè insoddisfacente.

Ed è questo l’aspetto che a molti sembra essere sfuggito: Casaleggio è innanzitutto figlio della generazione degli Steve Jobs e dei Paolo Soleri, alla ricerca della opportunità di poter utilizzare i suoi studi e le sue ricerche per ridare speranza ad un mondo che la speranza l’ha persa, in perenne conflitto tra dittature, guerre fratricide dalle dimensioni apocalittiche e un occidente alla sbarrache ha esaurito la sua fiducia residua nei partiti e in triste rito di apparente democrazia.

Da dove poteva quindi risorgere una nuova speranza in un mondo così invecchiato e intristito? Casaleggio non aveva dubbi: dalla Rete che avrebbe potuto “educare”, formare le nuove generazioni a ritrovare la gioia della partecipazione politica, attraverso una nuova forma di comunicazione politica e sociale. E’ da questa aspirazione, da questo sogno che nasce la ricerca di un “partner politico”, fuori dal coro che trova nel comico Beppe Grillo e con il quale può finalmente creare il “Movimento dei suoi sogni”: il Movimento a cinque stelle, appunto in cui Casaleggio mette il pensiero sottile e sofferto e Beppe Grillo, la pancia, il megafono…

Molti si chiedono oggi, se si trattasse di un Movimento autenticamente democratico capace di assumere in proprio le decisioni che contano e che grado di compattezza avesse. Due domande in parte inadeguate perchè Casaleggio era pienamente consapevole che si trattasse di un Movimento in fieri, di una metodologia per creare una coscienza nuova che avrebbe generato una nuova classe dirigente, progressivamente, capace di perfezionare se stessa facendo, assumendo le proprie responsabilità man mano che sperimentava la partecipazione attiva nella gestione della “cosa pubblica” fuori però dai partiti ormai pienamente logori. Una visione e una sfida…

Cosa succederà adesso? Il processo stimolato da Gianroberto continuerà com’è nell’ordine delle cose che non sono nate con lui e di cui lui è una semplice pedina in un ingranaggio dalle dimensioni cosmiche.

Dobbiamo convincerci – come si era convinto Casaleggio – che il mondo è profondamente cambiato e non bastano aggiustamenti superficiali.  Bisogna utilizzare il bisturi e avanzare decisi insieme agli altri sapendo nello stesso tempo che non saremo noi i protagonisti ma quelle persone che avremo trascinato nel processo con esiti che non siamo neppure in grado di prevedeere e di definire nei dettagli.

Questa è la forza e la debolezza se volete, di Gianroberto Casaleggio che sommessamente saluto e ringrazio dal profondo del cuore e della mente perchè in fondo, anche lui, come me, facciamo parte dello stesso processo formativo di vita.che il mondo della informatica ha prodotto e continua a produrre.

Grazie Gianroberto.

(Enzo Coniglio)

 

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