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domenica, Maggio 5, 2024
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I due ex imperi e l’imbroglio dell’ISIS di Enzo Coniglio

isisA furia di parlare del diavolo ci si convince che tutti i mali sono da attribuirsi alle sue malefatte a tal punto da non riuscire a vedere e a valutare serenamente altri eventuali fattori non meno diabolicamente devastanti. È questo il caso dell’ISIS – considerato il diavolo per eccellenza – che si fregia del titolo di legittimo rappresentante del mondo islamico e del nuovo califfato e che si pone come obiettivo quello di spazzare via l’infedele o il “diverso da sé”, reo di aver deturpato e infangato il mondo arabo-islamico distruggendo irrimediabilmente intere comunità secolari.

Intanto, si ricostituisce una nuova santa alleanza laica contro L’ISIS con l’obiettivo dichiarato di non farsi spazzare via costruendo una alleanza guidata dal Paese leader dell’unico impero rimasto in vita, gli USA, unitamente al suo  braccio operativo: LA NATO e alle potenze europee: Francia, Germania e Gran Bretagna.

E fin qui tutto bene se a questa alleanza non pretendessero di associarsi i due ex imperi decaduti che non si rassegnano a scomparire dallo scacchiere internazionale: la Russia dell’ex Impero sovietico del neo Zar, Vladimir Putin e la Turchia dell’ex Impero Ottomano, presieduta dal neo Califfo, Recep Tayyip Erdogan.  Non sono stati Imperi di poco conto, assolutamente totalizzanti su tutti i piani: da quello culturale, a quello sociale, economico, finanziario e naturalmente politico, che hanno invaso la sfera privata più intima di centinaia di milioni di persone in decine di Paesi in vastissime aree del Pianeta.

In questa ottica geopolitica, come si può pretendere dal Capo del Paese che nel bene e nel male ha rappresentato il MONDO MUSULMANO – la Turchia e Costantinopoli  – a DICHIARARSI “OCCIDENTALE”? E a permettere all’ISIS di prendere il suo posto nello scacchiere? E per analogia, possiamo dire: come fa Erdogan a rassegnarsi di fronte alla volontà decisa del russo Vladimir Putin di approfittare della crisi in corso in Medio Oriente per inventarsi un ruolo decisivo della nuova Russia che non ha mai  avuto prima in questa area e che frustra  la volontà di dominio turco nella zona nord della Siria e in Iraq,  oggetto di mire logistiche da parte dei Curdi? 

Putin deve essere fermato, avrà pensato l’orgoglioso neo califfo Erdogan, e gli ha fatto un brutto scherzo abbattendo un aereo  militare, sottovalutando  i rapporti di forza e gli equilibri consolidati soprattutto a livello economico e commerciale. E come era prevedibile, le ritorsioni non si sono fatte attendere e continueranno per molti mesi, comprese le accuse pesanti relative al finanziamento dell’ISIS attraverso il contrabbando del petrolio siriano e iracheno.

In questo guazzabuglio, molti lettori si chiederanno: ma cosa c’entra tutto questo con la guerra all’ISIS? Russia e Turchia non dovevano far parte integrante della coalizione anti ISIS come alleati? 

La risposta secca e brutale purtroppo è una sola: la guerra contro L’ISIS può aspettare quando sono in gioco gli interessi strategici geopolitici in una area in profonda rivoluzione come quella medio orientale che Francia e Gran Bretagna avevano pensato di dividersi in zone di influenza dopo la prima grande guerra. La coerenza si misura in termini di convenienza in rapporto ai risultati. E, in questa “logica”, non c’è da meravigliarsi se la NATO minaccia la Russia accettando nella alleanza il Montenegro e la Russia da una parte minaccia una dura risposta e dall’altra prepara, d’amore e d’accordo, una risoluzione congiunta anti ISIS alle Nazioni Unite da presentare tra due settimane. E la democrazia? Il comando del popolo sovrano? 

In fondo, cari Amici, il mondo non é cambiato molto dal Medioevo ad oggi sotto questo aspetto:  non si sta facendo una guerra di religione ma una guerra di riallineamento delle potenze in una delle aree strategiche più importanti del Pianeta. Rilassatevi. L’ISIS sarà sconfitto nei tempi e nei modi imposti dalla strategia geopolitica globale e nessuna potenza sarà esclusa, l’Italia compresa. 

E questa è la terza guerra mondiale.

(Enzo Coniglio)

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