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La politica della “rizzetta”

mammografiaFinalmente, senza preavviso, arriva nell’aula consiliare di Acireale “la politica della “rizzetta”. Appresa la notizia non abbiamo potuto nascondere la nostra curiosità e non abbiamo potuto neanche sorvolare sul termine “rizzetta” che tradotto in lingua italiana significa “ricetta”. E’ una ricetta di cucina, oppure la ricetta del medico curante per accertamenti, visite specialistiche ed altro? Lo abbiamo chiesto ai consiglieri comunali che gentilmente di sono sottoposti alla nostra semplice domanda, altri sono scappati via appena hanno sentito il suono della “rizzetta”. Lo comprendiamo, alcune cose possono dirsi solo al consiglio comunale ma poi, davanti ad una platea più ampia, si scappa via rispettando “gli ordini di scuderia”. I primi bravi, i secondi penosi ed incapaci a sostenere qualunque tesi e darsi alla fuga.

Ma, dopo quanto sentito, un’idea sulla politica della “rizzetta” siamo riusciti a comporla. Affermano, infatti, alcuni consiglieri comunali, che trattasi di “aiuto” a chi cerca una possibilità per sbrigare le faccende sanitarie, addirittura il consigliere comunale Giuseppe Calì lo ha definito “volontariato”. Rimaniamo composti ed esercitiamo la nostra serena possibilità di analisi e ci sembra che la politica della “rizzeta” non sia altro che “svendere” un diritto e trasformarlo in favore una pratica (possibilmente lecita) che certamente crea una questione sociale. Ovvero: chi è senza l’amico “rizzettaro” quanto tempo deve aspettare prima di poter fare una mammografia? Quanto tempo deve aspettare se si rivolge semplicemente e giustamente al numero verde? E quanti bypassano la trafila del numero verde? Quanti ancora corrono in una corsia preferenziale?

Insomma si rimane basiti perché, per la prima volta nella storia della politica acese, in consiglio comunale e per merito del consigliere Sorace si è parlato, con noncuranza, di una politica che, ad essere benevoli, è piena di interrogativi inquietanti, piena di ombre e che lascia intravedere quante sono le modalità per la raccolta del consenso. Si può fare, non si può fare, è lecito? Non siamo noi che dobbiamo rispondere a domande che si pongono su un livello giuridico, ma noi possiamo certamente affermare che il voto raccolto con la “rizzetta” non appartiene certamente ad una buona e sana pratica del fare politica per l’intera comunità, possiamo anche affermare che questi modi miseri di intendere la politica distruggono, di fatto, il concetto di comunità e relegano il rapporto amministratori/amministrati, eletti/elettori in una dimensione becera che non merita alcuna giustificazione.

Non ci stupiamo queste sono le politiche che merita una comunità che ancora non è riuscita a comprendere fino in fondo che per ottenere un diritto non si devono calpestare quelli degli altri. E’ la politica delle corsie preferenziali, quella stessa politica che ha condotta Acireale in un letamaio, con un esercito di squallidi questuanti “do favuri”. Per questo motivo chiediamo le dimissioni immediate del consigliere comunale Nino Sorace che, senza farsi pregare, ci ha lasciato intravedere (nel silenzio generale) che con la politica della “rizzetta” si ricevono i voti sufficienti per andare a rappresentare tutta la città. Dimissioni.

(mAd)

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