“Pur non essendo esperienza unica, anzi direi piuttosto in voga in quel periodo, il miscuglio tra il rock e la musica sinfonica nel brano riesce a coprire dinamiche e ritmi. Il brano si estende su diverse fasi con diversi umori. Personalmente la parte che mi piace di più è intorno al 19° minuto. Nella sezione che la precede viene lentamente caricata una sorta di molla che viene infine decompressa e liberata proprio in quei momenti, per intenderci è proprio nell’unica parte della canzone che presenta testo “Silence in the studio”. Poi è è pace per un po’, ma dura poco, come per intendere che l’animo umano è comunque in continua fibrillazione. I toni trionfali finali sono da speranza.
Su queste basi e con lo stesso genere di emozione ho altre quattro canzoni:
* Starship Trooper – Yes
* Moon In June – Soft Machine
* Mr. Big – Free
Queste canzoni sono tutte legate da questa sorta di avvitamento che poi scoppia e fluisce. Un vero è proprio decollo.”