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martedì, Aprile 30, 2024
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Note miliari – Jethro Tull “Thick As A Brick”

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E’ considerato uno degli album più importanti della storia del progressive rock. Registrato a Londra nel 1971, il disco si compone di una sola lunghissima canzone della durata di circa 44 minuti.
Nella versione originale in vinile, la copertina dell’album si caratterizza per la sua originalità: si tratta di una copia di un vero e proprio giornale di 14 pagine (il St. Cleve Chronicle) datato 7 gennaio 1972, perfettamente ripiegato, sfogliabile e con tanto di parole crociate! Il frontman del gruppo Ian Anderson, dichiarerà di aver impiegato molto più tempo per la realizzazione della copertina che per l’intera registrazione dell’album.
“Thick as a brick” nasce da una provocazione di Ian Anderson che detestava i cosiddetti concept albums “con quelle lunghe suite normalmente ed esageratamente usate da altri gruppi” (King Crimson, Yes, Genesis, E.L.P. ecc. ecc.) così da indurlo a realizzare un lavoro da lui inteso come parodia alle mode di quel periodo.
Il sound dei Jethro Tull resta immutato rispetto gli album precedenti, sound caratterizzato da una magica fusione di rock, blues e folk.
La prima facciata dell’album è caratterizzata da una meravigliosa chitarra acustica suonata col plettro da Ian Anderson con sublimi arpeggi che supportano il dolce suono del flauto; a seguire, si sviluppano diversi temi e atmosfere durante i quali i restanti membri della band  mettono in mostra le loro capacità tecniche ed espressive. Su tutti spicca la batteria suonata da Barriemore Barlow che sostituisce il meno incisivo Clive Bunker. La voce di Anderson è perfetta, calda e ricca di espressione.

Luis.

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