Egregio Nino, ricordo l’ultimo incontro pubblico con i vertici dello Stato. Un palco di prim’ordine dove il ministro Alfano ha raccontato, ad una platea attenta, le bontà della nuova legge sulla confisca dei beni alla mafia. Una legge che, nel bene e nel male, non poteva certo prevedere la corruzione che alligna in ogni angolo dello Stato Italiano. Ma, di fatto, l’argomento mafia trattato con Angelino Alfano è stato un momento certamente importante per una città culturalmente sterile come Acireale. Certo magari alcuni avrebbero preferito che Ella avesse invitato anche Giovanni Impastato ma, lo so, sarebbe stato chiedere troppo e poi Giovanni non è certo un Ministro. E’ il fratello di Peppino praticamente poco più di niente per lei che seleziona gli ospiti con accuratezza. Come quando, qualche tempo prima, abbiamo avuto il piacere di sentire dalle sue parole il niet al perdono per i mafiosi (senza pentimento in vita) e che non sarebbere stati concessi funerali religiosi. Anche in quel caso ospiti di grande rilievo come la Ministro dott. ssa Annamaria Cancellieri.
Egregio, sono certo che nessuno lo aveva avvertito che ad Acireale i mafiosi non muoiono perché la mafia non esiste e se esiste pazienza. Gli arresti per estorsione sono frutto dell’azione violenta dei pochi, diciamo disorganizzati. Acireale è l’unica città siciliana senza mafia e quindi nessuno muore e nessuno subirà l’affronto di non vedersi concessi i funerali con rito religioso.
Di fatto Eminenza lei si muove su palcoscenici importanti anche se io, umilmente, sono convinto che lei sconosce completamente le dinamiche di vivibilità che insistono su San Cosmo, forse di quel quartiere immagina solo il San dimenticando gli uomini che lo abitano. Ma è sempre così, a guardare troppo in alto ci si dimentica di vedere e comprendere lo sguardo degli uomini, a volte abbassare lo sguardo aiuta a vedere meglio e ci riporta sulla terra, in mezzo agli ultimi perché crescere è discendere e nel volersi innalzarsi capita di diventare protagonisti di rovinose cadute e, peggio ancora, si rischia un pericoloso salto nel vuoto.
Ieri (08/11/2015) il pontefice, signor Bergoglio, tra le altre cose, ha detto: “rubare delle carte è reato”. Se ne avrà la possibilità dica al pontefice che si celano, dalle nostre parti e non solo, altri reati ben più gravi e sembra proprio che la Chiesa e lei ve ne dimenticate troppo presto. In fin dei conti le cose, come capita spesso, sono due: o troppo perdono o troppa indifferenza per la gente comune. Io opto per la seconda ipotesi perché sono stato sempre convinto che il potere (qualunque potere) genera e scatena un virus letale che inghiotte ogni forma di umanità e di empatia.
Ad Acireale abbiamo creduto ad una presenza intellettualmente consistente, abbiamo creduto che si potesse provare a vedere nella chiesa locale quel momento di slancio che potesse aiutare la crescita collettiva, ci siamo sbagliati. Lei è, come recita un famoso film, tutta chiacchiera e distintivo. Non è un dramma è una normale modalità di chi insegue la carriera e lascia dietro una scia di indifferenza.
Egregio Nino, le auguriamo tutto il bene possibile, che lei possa realizzare i suoi sogni e glielo auguriamo perché così tutti si potranno sentire più tranquilli e sereni con la propria coscienza. Intanto mi resta tra i pensieri il parroco di campagna che si alza la tunica e inizia, gioiosamente, ad inseguire un pallone.
Eminenza vada con dio ma vada.
(mAd)
