Una cosa è certa dal risultato elettorale di ieri: anche in Spagna, la vecchia cara democrazia fondata su un bipolarismo più o meno perfetto va in soffitta insieme allo strapotere dei grandi partiti storici.
Il Partito Popolare (PP) di Mariano Rajoy, saldamente al potere fino ad oggi, ottiene appena il 28,72% dei voti e 123 seggi sui 351 del Parlamento spagnolo e naturalmente non potrà formare da solo un nuovo Governo. Ha perso il 15,34% e 63 seggi rispetto al 2011.
Il PSOE, il Partito Socialista Operaio Spagnolo di Pedro Sanchez, che fino ad oggi ha rappresentato l’opposizione, si deve accontentare del 22,01% dei voti e di 90 seggi. Ha perso il 6,38% e 20 seggi.
Chi ha rovinato la festa, sono due partiti nati appena ieri: Podemos di Pablo Iglesias, con il 20,65% dei voti e 69 seggi. È stato fondato il 17 gennaio 2014 per realizzare un socialismo democratico sulla onda del Movimento degli Indignati. Ma quello che è più significativo è che il il giovane Partito Podemos ( Possiamo) è stato il primo partito in Catalogna e nei Paesi Baschi.
Ciudadanos o Partito dei Cittadini Albert Rivera con il 13,93% dei voti e 40 seggi. Fondato nel 2006 a Barcellona come pArtito locale e ora esteso a tutto il Paese. Si auto definisce come Partito Costituzionalista autonomistico, di centro.
Ma quello che è più significativo è che il il giovane Partito Podemos ( Possiamo) è stato il primo partito in Catalogna e nei Paesi Baschi e dichiara: “Occorre un nuovo patto territoriale che valorizzi la plurinazionalità presente nel nostro Paese e noi siamo l’unica forza a livello nazionale che possa guidarlo al successo.
Chi ha creduto che i Movimenti giovanili non fossero in grado di rivoluzionare il sistema politico, si è sbagliato di grosso: sono loro l’ago della bilancia. E non sono dei parvenu. Hanno un elevato livello di istruzione accademica e una buona esperienza politica.
Allo stato attuale, è difficile immaginare quale sarà il nuovo governo ma quasi certamente finirà come in Francia con una alleanza trasversale di Centro e della Sinistra per realizzare delle riforme fondamentali non solo in Patria ma in Unione Europea.
C’è la felice speranza di passare da una democrazia partitica ingessata e corrotta ad una democrazia partecipata che dia una speranza alla nuova generazione.
Si chiamerà ancora Democrazia ma è un’altra cosa. Quella tradizionale è morta.
(Enzo Coniglio)