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giovedì, Maggio 2, 2024
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HomeIl PuntoEutanasia di una Città. Acireale come Pndapetzim in attesa degli Unni Bianchi.

Eutanasia di una Città. Acireale come Pndapetzim in attesa degli Unni Bianchi.

blemmi(Baudolino, è un romanzo di Umberto Eco)

La città del Diacono Giovanni (delfino del Prete Gianni) abitata da strane creature: blemmi, satiri,panozi, sciapodi… tutte creature fantastiche, mostri antropomorfi che, per ogni gruppo, nemici tra di loro, aderivano ad una diversa eresia del cristianesimo medievale.
La minaccia dell’invasione degli Unni Bianchi e l’addestramento da parte dei cavalieri compagni di Baudolino ( gli abitanti di Pndapetzim li identificavano nei 12, e non 3, Re Magi) avevano fatto sperare nella ricompattazione di fronte ad un pericolo comune: ma alla prova dei fatti, il risultato fu miserevole.

Come la lontana città d’oriente al limite del mondo, anche Acireale ha i suoi blemmi e sciapodi, tutti seguaici di una propria eresia, quella che porta ad identificare il bene comune solo ed esclusivamente corrispondente esattamente a quello che soddisfa in modo completo le esclusive esigenze di ognuno.

Lo slogan “adesso si cambia” è stato preso sottogamba, è stato considerato uno slogan come gli altri, come tutti quelli che nascono e muoiono con la campagna elettorale.
53.200 eretici non sono pronti ad affrontare ed ad adeguarsi all’ortodossia dell'”ora si fa così”.

Una popolazione è sotto stress, disorientata, sconcertata, al limite del tracollo mentale.
Le novità ad Acireale-Pndapetzim sono invise: la monotonia, le frasi fatte, l’indolenza, l’illusoria grandeur, la passata gloria e lo status-quo, hanno finora tenuto in piedi un orgoglio oramai senza fondamento.

Come favoleggiare dell’illusoria Città oltre le montagne dove la reggia del Prete Gianni ricca e splendida faceva sognare i cavalieri, così parlare del Barocco, di turismo, di terme, di agricoltura: insomma di quella che fu una passata opulenza non ci aiuterà a vivere, sopravviverà ancora per poco la nostra alterigia.

Parlando con persone che hanno l’autorevolezza, la conoscenza e la consapevolezza della realtà acese, ho avuto ulteriore conferma dello stato di salute della nostra Città.
L’ammortizzatore sociale ad Acireale, oggi, sono le pensioni di anzianità.
I nonni compensano i disastri dei padri e la conseguente disperazione dei figli/nipoti.
Alle pensioni si affianca una buona quota di redditi da pubblico impiego… poi il disastro.
Quanto durerà tutto questo?
Tra dieci anni saremo una Città da terzo mondo.
Abbiamo poco tempo per reinventarci tutto: economia, cultura, politica e senso civico.
Corriamo il rischio di diventare una Città svuotata, una Città di vecchi, dove i giovani saranno costretti ad emigrare e dove chi resta, lo fa in attesa di morire.

Dobbiamo farci tutti un analisi di coscienza e chiederci cosa abbiamo fatto per la Città, cosa non abbiamo fatto o se abbiamo addirittura creato danni.
Una presa di coscienza collettiva è necessaria.
Da dove cominciamo?

(santodimauro)

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