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Germania-Ue-Grecia: falsità e verità di una crisi mostruosa di Enzo Coniglio (9 febbraio 2015)

merkel-tsiprasBisogna stare molto attenti nell’esprimere giudizi di responsabilità nel grave contenzioso che oppone la Grecia alla Germania, alla Troika e in generale al tipo di UE che non sembra corrispondere nello spirito a quella voluta dai nostri Padri fondatori. Chi ha ragione e fino a che punto? In questa ottica, la testimonanza dei protagonisti – analisti di questa crisi diventa fondamentale anche per mantenere una corretta visione dei fatti e dei comportamenti valoriali dell’una e dell’altra sponda nel mezzo delle quali ci siamo noi, gli Italiani, che non possiamo essere semplici spettatori.

Una testimonianza di primo piano, ci viene fornita da Philippe Legrain, economista britannico, dal febbraio 2011 al febbraio 2014, consigliere principale di Manuel Barroso e capo degli analisti del Bureau of European Policy Advisers al servizio del presidente della Commissione Europea. Un analista quindi che ha avuo accesso alle fonti primarie e le cui affermazioni non sono state mai smentite, alcune delle quali contenute nei suoi libri di successo, “Open World” e “European Spring”.

In una intervista al New York Times del 22 aprile 2014, Legrain dichiarava che: ” La causa principale della crisi in Europa, sono stati gli sconsiderati prestiti di banche tedesche e francesi al mercato immobiliare spagnolo e a quello irlandese, ai consumatori portoghesi e al governo greco. Ma è stata la cancelliera Angela Merkel e le sue ‘colf’ a Bruxelles ad insistere che fossero i contribuenti greci, irlandesi, portoghesi e spagnoli a pagare interamente per gli errori di quelle banche, privilegiando sistematicamente gli interessi delle banche tedesche e francesi al di sopra di quelli dei cittadini dell’eurozona”.

E per denunciare queste manovre incompatibili con lo spirito dell’UE, Philippe Legrain, nel febbraio 2014, decise di dimettersi, dichiarando: ” Per cominciare a mettere a posto le cose e per riconquistare consenso verso l’UE, è necessario essere assolutamente onesti e dire con chiarezza quello che è inaccettabile… È perché voglio che l’Unione Europea e l’euro abbiano successo, che sono così critico dei terribili errori che sono stati compiuti durante la crisi… Ovviamente i debitori sono in parte responsabili degli errori compiuti negli anni della bolla fino al 2007, ma una maggiore responsabilità ricade sui banchieri… E quando le bolle sono scoppiate e le banche sono state sul punto di fallire, i governi le hanno salvate con i soldi dei contribuenti”.

Sullo specifico greco, Legrain precisa senza mezzi termini: “Quando il debito pubblico della Grecia è diventato insostenibile nel 2010, i responsabili politici fecero un errore ancora più grosso. Per evitare perdite alle banche tedesche e francesi, hanno finto che l’insolvenza della Grecia fosse dovuta ad una temporanea difficoltà di finanziamento. E, assumendo surrettizziamente – con la finzione – che la stabilità finanziaria dell’eurozona fosse a rischio, decisero di infrangere la base legale su cui l’euro era fondato, cioè la clausola del divieto di salvataggio fra stati, e di salvare i creditori della Grecia. Improvvisamente i cattivi prestiti delle banche private divennero obbligazioni fra governi.

Continuando nella sua analisi, e facendone una sintesi la più fedele e breve possibile, possiamo dire che per Legrain, i governanti europei, sotto la spinta della Germania, hanno “erroneamente concluso” che tutta l’eurozona stava affrontando una “crisi fiscale”, invece di di affrontare la crisi bancaria e il debito privato eccessivo e hanno erroneamente dedotto che occorreva una “austerità collettiva e sostenuta: misura che ha depresso la domanda, ha ridotto drasticamente gli investimenti, ha aumentato i fallimenti, ha creato il panico, con gli investitori che si chiedevano quale paese sarebbe crollato dopo la Grecia… E mentre il panico lacerava l’eurozona, i responsabili politici chiedevano sempre più austerità…al fine di recuperare i loro prestiti, i responsabili politici dell’eurozona le imposero un’austerità così brutale che la sua economia ha sofferto una recessione più lunga e più profonda di quella della Germania negli anni Trenta.”

In una puntuale intervista rilasciata a Rodolfo Casadei, nel maggio del 2014, Legrain, chiarisce molto bene perché si è arrivati alla tragica situazione attuale dopo un tentativo di rinegoziare il debito che vale la pena ricordare: ” Sì, i responsabili politici dell’eurozona furono infine costretti ad ammettere che i debiti della Grecia erano troppo grandi e bisognava ristrutturarli. Fra i due salvataggi dei creditori della Grecia nel 2010 e nel 2012, le banche tedesche, francesi e di altri paesi furono in grado di ridurre di parecchio la loro esposizione in titoli greci, mentre venivano loro interamente ripagati quelli che erano giunti a scadenza durante quel periodo. Però la decurtazione fu troppo piccola per rendere sostenibile il debito greco, in gran parte perché la Bce insistette che la ristrutturazione doveva essere “volontaria”, mentre il parlamento greco avrebbe potuto imporre perdite ben più grandi con un semplice tratto di penna. E’ bene ricordare che il cosiddetto prestito concesso alla Grecia di 240 miliardi, in realtà è servito soprattutto per ripagare i creditori e non certo per avviare il risanamento e gli investimenti!

Inoltre, al fine di recuperare i loro prestiti, i responsabili politici dell’eurozona le imposero un’austerità così brutale che la sua economia ha sofferto una recessione più lunga e più profonda di quella della Germania negli anni Trenta.

Il peso del debito ha congelato l’investimento privato, deprimendo ulteriormente la crescita. Alla fine il debito della Grecia dovrà essere cancellato un altro po’. A quel punto le perdite ricadranno sui contribuenti dell’eurozona, compresi voi italiani, anziché sulle banche straniere che hanno fornito alla Grecia la corda per impiccarsi. Questo non è solo ingiusto: è politicamente perverso.”

Sebbene i giudizi espressi da Philippe Legrain siano piuttosto duri e sembrerebbero lasciare poche speranze per un cambiamento sostanziale, nel suo recente libro: “European Spring” (Primavera europea) auspica che un movimento dei Popoli europei che parta dal basso e faccia saltare i poteri finanziari e bancari arroccati attorno all’asse tedesco, anche se i segnali verso questa direzione sono ancora timidi ma lasciano ben sperare.

(Enzo Coniglio) – 9 febbraio 2015

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