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Il comitato CambiAmo Acireale, le fazioni e l’equilibro instabile.

cambiamo-acireale-di-marcello-bonaventuraE’ il settembre 2013 nasce il comitato che porterà il sindaco Roberto Barbagallo a vincere le elezioni di giugno 2014. Dalle primarie al ballottaggio è stata un corsa senza soste fino alla vittoria schiacciante sull’avversario Michele Di Re.

Il comitato CambiAmo Acireale ricco di personalità con un significativo profilo professionale, pieno di leaders e di persone che certamente hanno messo la voglia, la passione e la faccia per un progetto che si riprometteva, appunto, di cambiare Acireale.

Compatti e uniti per tutta la corsa e per i primi sei mesi di amministrazione Barbagallo poi, da qualche tempo a questa parte, sono iniziate le crepe all’interno del comitato di cambiamo Acireale, tra il comitato e i consiglieri comunali, tra il comitato e l’on. D’Agostino. Insomma una questione aperta che, al momento, non trova soluzione. E non bastano certo le riunioni riservatissime a nascondere che il comitato non è in buona salute.

Le fazioni. Ne abbiamo identificate almeno quattro.

La prima (minoranza) quella che intende procedere speditamente alla realizzazione del programma. “Nessuno si può permettere di inquinare il progetto di cambiamo Acireale”, questo un passaggio significativo della dichiarazione dell’avv. Marcello Bonaventura durante la bufera “gettonopoli”. Stesso dolore gastrico per la componente della fondazione del carnevale e consulente energetica Rosita Romeo ed altri ancora che avvertono la necessità di accelerare sul piano della concretezza e del rispetto dell’ambizioso programma.

La seconda (maggioranza). Quelli che si pongono in netta contrapposizione a quelli che considerano “i politologi senza voti”. Sono alcuni consiglieri comunali che considerano alcune voci del comitato cambiamo Acireale come “professori senza consensi reali”, come quelli che parlano ma che “non portano consensi”. Possibilmente questi dimenticano che senza il progetto pensato e realizzato da questi “politologi” oggi non sarebbero nella maggioranza di governo.

La terza. La posizione Nicotra. E’ una posizione che cerca l’equilibrio con le modalità che le sono proprie: la mediazione e l’accortezza politica. “Il progetto deve andare avanti e il tempo risanerà tutto e ci darà ragione”. Il dott. Salvo Nicotra (consulente economico del comune di Acireale) è certamente il principale autore del progetto che ha portato Barbagallo a vincere le elezioni e lui sa bene che solo attraverso la mediazione le cose potranno trovare migliori sbocchi e sviluppi.

La quarta. D’Agostino. L’onorevole ultimamente si è distinto per alcuni passaggi politici che hanno, di fatto, prodotto crepe all’interno del comitato cambiamo Acireale ma che, al contrario, sono stati un ottimo collante per i consiglieri comunali (“quelli che portano i voti”). La dichiarazione che indicava l’indecenza al semaforo di viale Colombo dove dormono alcuni extracomunitari, la ferrea difesa dei consiglieri nel caso “gettonopoli” sono stati passaggi che all’interno del comitato non tutti hanno visto come un buon esempio per chi si propone di rappresentare quell’area progressista a cui l’onorevole fa riferimento. Insieme all’onorevole D’Agostino (oltre la pattuglia di consiglieri comunale che si affidano al padre nobile dello schieramento) si adoperano, con equilibrismo da “cirque du soleil”, Antonio Coniglio (presidente della Fondazione del Carnevale), gli assessori (non tutti) e qualche altro membro del comitato che tace e acconsente.

Sono crepe naturali di uno schieramento eterogeneo e assai composito? Certamente si. Ma la domanda rimane tutta: quanto può durare uno schieramento che contiene al suo interno componenti così diversi? Che ruolo ha oggi il comitato di Cambiamo Acireale? Che peso ha l’onorevole D’Agostino all’interno del comitato stesso? Riuscirà Salvo Nicotra a trovare il punto di equilibrio? Ed infine la domanda più importante, con quale organizzazione interna e con quali organi il comitato cambiamo Acireale autoregola i suoi incontri e le decisioni?

(mAd)

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