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L’Arena di Verona incantata da David Gilmour.

LONDON - JULY 02:  Dave Gilmour from the band Pink Floyd on stage at "Live 8 London" in Hyde Park on July 2, 2005 in London, England.  The free concert is one of ten simultaneous international gigs including Philadelphia, Berlin, Rome, Paris, Barrie, Tokyo, Cornwall, Moscow and Johannesburg. The concerts precede the G8 summit (July 6-8) to raising awareness for MAKEpovertyHISTORY.  (Photo by MJ Kim/Getty Images)

David Gilmour all’Arena di Verona. Era dal maggio 1989 che il chitarrista inglese non suonava nell’anfiteatro veneto. All’epoca era il leadere dei Pink Floyd orfani di Roger Waters, mentre questa volta il trionfo è stato tutto per se.

Il 18 settembre verrà pubblicato il suo nuovo album solista “Rattle That Lock” e nel primo dei due concerti italiani (la seconda tappa è Firenze), Gilmour ha alternato i brani inediti ai classici della storia floydiana.

Il mitico chitarrista inglese, che ha alle spalle centinaia di concerti dal vivo e una storia leggendaria, questa volta ha scelto di portare un nuovo disco in tournée prima dell’uscita ufficiale. Proprio l’apertura del concerto è stata affidata ai nuovi brani tra cui la ‘title track’ dell’album ispirata, come detto dallo stesso artista, dal jingle di una stazione ferroviaria francese.

Al fianco di Gilmour una band di mostri sacri, dal chitarrista Phil Manzanera (ex Roxy Music), a Guy Pratt al basso fino al fidato tastierista Jon Carin, scelto anche da Roger Waters per i tour di “The Wall” degli ultimi anni.

I nuovi pezzi e il repertorio storico dei Pink Floyd si sono intrecciati e a rendere lo show memorabile ci hanno pensato l’impianto scenico e le luci, che hanno reso famosa negli anni la band di “The Dark Side Of The Moon”.

Proprio dal leggendario album del 1973, e dal successivo “Wish You Were Here” del 1975, Gilmour ha ripescato i brani per il pubblico italiano. In scaletta “Shine On You Crazy Diamond”, dedicata allo storico fondatore Syd Barret, “Breathe”, “Time”, “Us And Them”, il riff di basso di “Money” e l’acustica “Wish You Were Here”.

Il gran finale è stato riservato al lungo e monumentale assolo di “Comfortably Numb”, il brano tratto da “The Wall” che ha consacrato il virtuosismo e l’abilità melodica di David Gilmour alla chitarra.

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