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Le storie in sospensione, tra cambiamento e conservatorismo.

 

dagostino-barbagallo-nicotra-copLe accelerazioni annunciate in fatto di vivibilità e di riordino dell’apparato burocratico segnano il passo. Il movimento lento tra annuncio e realizzazione è un dato che non giova alla città e che serve ancora meno all’amministrazione Barbagallo che, senza evidenti segni di discontinuità, non può che essere “storicizzata” come un’altra pagina di mantenimento dello status quo.

Abbiamo considerato validi alcuni passaggi dell’amministrazione Barbagallo. La realizzazione della pista ciclabile che, oltre ogni lecita critica, ha fatto si che il principale corso acese potesse essere più ordinato e civile, la somma in bilancio per l’abbattimento dell’ecomostro sulla timpa, la discontinuità nell’affido (sempre in proroga) della gestione e raccolta dei rifiuti urbani. Abbiamo anche visto un buon segno nella non difesa del progetto per la realizzazione della barriera soffolta nel mare di S. Maria la Scala, ed abbiamo condiviso e sostenuto l’intitolazione del piazzale com al compianto Francesco Vecchio.

Vorremmo, adesso, vedere realizzate queste operazioni amministrative in tempi accettabili. Il riordino della macchina burocratica si è fermato con la nomina del dott. Molino comandante dei vigili urbani, troppo poco per considerarlo un segno di cambiamento. Non abbiamo notizie in riferimento alla realizzazione di spazi verdi per i bambini, non abbiamo notizia per quanto riguarda la riapertura della villa Belvedere, e non abbiamo alcuna conoscenza di tempi e modi per rimuovere l’amianto a Pozzillo. Non si vedono sviluppi per quanto riguarda la realizzazione di un piano urbano del traffico, non si vede alcuna iniziativa per far rivivere la principale piazza acese, al contrario abbiamo dovuto assistere alla riapertura del corridoio centrale di piazza Duomo. Nessuna notizia per l’istituzione del registro delle unioni civili e silenzio totale per quel che riguarda il regolamento (che non c’è) per il referendum cittadino. E il dibattito langue mestamente su carri fermi e in movimento, un livello assolutamente non invidiabile se consideriamo il fatto che gli indici di vivibilità ci piazzano sempre in fondo alla classifica.

Il tempo passa e la buona amministrazione vogliamo vederla all’opera per farci crescere in vivibilità (parcheggi di scambio, navette, spazi verdi, isola pedonale, isola ecologica, temi etici), per portare nuovi elementi (eventi, progettualità e identità) per tentare di mettere i presupposti per una crescita economica, per incentivare l’uso della mobilità sostenibile, per costruire una città europea e non continuare a vivere in un qualsiasi paese del sud.

L’orgoglio acese cresca in qualità, comprendendo che l’energia non può essere dispersa per i giochi di potere (la scelta di una casacca di successo), non può essere indirizzata ai fini campanilistici (città metropolitana, libero consorzio), non può essere affidata interamente nelle mani di neofiti (fondazione del carnevale), non può essere più immaginata come la città dell’oro verde. Muore l’agrumicoltura, muore il termalismo, è in agonia la sanità pubblica, cadono a pezzi le strutture pubbliche (Maugeri e Palavolcan), e troppo spesso dimentichiamo che la crescita andrebbe indirizzata nei settori che possono produrre vivibilità ed economia.

(mAd)

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