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HomeCronacaDall'ItaliaPer non dimenticare, Don Puglisi, trucidato ventuno anni fa

Per non dimenticare, Don Puglisi, trucidato ventuno anni fa

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Don Giuseppe Puglisi nasce nella borgata palermitana di Brancaccio,  il 15 settembre 1937, figlio di un calzolaio e di una sarta, e viene ucciso dalla mafia nella stessa borgata il 15 settembre 1993, giorno del suo 56° compleanno. Il primo ottobre 1970 viene nominato parroco di Godrano, un piccolo paese in provincia di Palermo – segnato da una sanguinosa faida – dove rimane fino al 31 luglio 1978, riuscendo a riconciliare le famiglie dilaniate dalla violenza con la forza del perdono. In questi anni segue pure le battaglie sociali di un’altra zona degradata della periferia orientale della città, lo “Scaricatore”, in collaborazione con il centro della zona dei Decollati gestito dalle Assistenti sociali missionarie. Il 29 settembre 1990 viene nominato parroco a San Gaetano, a Brancaccio, Il 29 gennaio 1993 inaugura a Brancaccio il centro “Padre Nostro”, che diventa il punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere. Viene ucciso sotto casa, in piazzale Anita Garibaldi 5, il giorno del compleanno, 15 settembre 1993. ” me lo aspettavo” sono state le sue parole alla vista del killer. «Il suo sorriso mi ha cambiato la vita. Quel sorriso puntato in faccia ha fatto di me un uomo nuovo. Devo tutto a lui, a don Puglisi e al suo sorriso». Salvatore Grigoli, 48 anni, è uno degli assassini di Pino Puglisi,  «Che fosse il suo compleanno l’ho capito da un biglietto d’auguri che aveva nel borsello. Dopo». A giugno del 2012 la Congregazione ha dato l’assenso finale alla promulgazione del decreto per il riconoscimento del martirio di don Puglisi. Il 25 maggio 2013 la beatificazione al “Foro Italico Umberto I” di Palermo.  Il nipote di don Pino Puglisi ha trovato a casa un’audiocassetta registrata, nella quale Don Pino dice che “il testimone certe volte deve anche rischiare… io sto rischiando un po’ grosso forse, non lo so, però credo nell’amicizia”. La cassetta era dentro una scatola di appunti e ricordi appartenuta a don Pino e riportata nell’abitazione di piazza Anita Garibaldi, dove ha vissuto il sacerdote.

#fancitydall’italia

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