venerdì, Aprile 26, 2024
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La disabilità, la spiaggetta Cocole e l’invito al Garante.

L’altro giorno sono stato pubblicamente apostrofato per aver parcheggiato la mia macchina nel posto riservato ai disabili, da una persona che conosco, che ha una disabilità in famiglia e che riteneva io avessi approfittato del contrassegno anche senza mia figlia al seguito, togliendo a lui il diritto di parcheggio. Lui che era con tutti al seguito.

Non ho mai chiesto e quindi non ho il contrassegno per i disabili. Mia figlia cammina e non ha problemi con le file. Con mia moglie abbiamo deciso di non chiederlo per una questione di giustizia, per dare a ciascuno secondo i propri bisogni, senza farsi ingannare da leggi, opportunità, ecc. che necessariamente livellano, ma non sempre giustificano.

Tanto per fare un quadro esaustivo, non abbiamo mai chiesto il contributo per i gravissimi di cui al patto di cura (Chiara non lo è, ma qualcosa sulla gravità dell’autismo avremmo pure da poter dire, o no?) e, lavorando, seppure io da precario, non abbiamo nemmeno diritto alle prestazioni per i patti di servizio.

L’autismo da solo non basta. Se hai la “fortuna” di avere un figlio alto-funzionante devi ringraziare il cielo. Anche se non ci sarà nessuno che ti chiederà se lei ha bisogno di qualcosa. Perché non ci sono soldi, non ci sono leggi, non c’è obbligo né rispetto.

Così vai avanti da solo, come hai sempre fatto. Cercando di evitare che qualcuno possa strumentalizzarti. Lo fai per tua figlia. Perché i suoi occhi bucano le mie ombre. E magari strada facendo ti capita chi ti incontra davvero per quello che sei e si mette in discussione e, inaspettatamente, al tuo fianco.

Ma torniamo a noi. Al signore di cui sopra dico che si sbaglia, ma non mi crede. Allora scendo giù e con me viene anche lui: aveva sbagliato macchina. Io mi levo ugualmente per lasciargli il posto, era effettivamente in difficoltà anche se io non c’entravo nulla, ma non ci capiamo (almeno così credo) col risultato che io perdo la fila, il posto auto che lascio verrà prontamente occupato da un altro signore, io mi trovo costretto a fare un giro di mezz’ora per trovarne un altro, insomma per una cosa da poco perdo più di un’ora. Pazienza.

Voglio dire che avere una disabilità personale e/o in famiglia non è una condizione che ci evita gli errori della vita.

Non è che tout court abbiamo sempre ragione e, solo per il fatto di viverla, siamo buoni cittadini, buoni padri di famiglia, buoni amministratori, ecc.

Recentemente ho assistito, abbastanza sbigottito, a prese di posizione di persone con disabilità che lasciano senza parole. Specie se sei un amministratore pubblico, dovresti tener presente sempre ed in ogni occasione i bisogni delle persone disabili. Non solo quando questo viene più facile e comodo. Quando ci può attirare anche delle simpatie senza rischiare nulla.

Poi se ritieni che sia stato fatto smontare un lido da una spiaggia acese, per un interesse personale che passa al di sopra dei bisogni delle persone più deboli, e che chi lo ha realizzato ne goda personalmente, allora hai l’obbligo di testimonianza, di dire di quale interesse e persona trattasi e poi, eventualmente, anche quello di denuncia. Non c’è altra strada. Altrimenti parliamo solo di strumentalizzazione e doppia morale. E quando si strumentalizza la disabilità da disabili … siamo alla frutta.

Quali sono state le attività svolte per trovare soluzioni alternative? E come mai non hanno prodotto nulla? Ci sono state difficolta oggettive?

Colpisce altresì il silenzio di quanti a diversi livelli hanno ruoli di responsabilità amministrativa e che con la disabilità hanno certamente a che fare a vario titolo. C’è una dimensione educativa insita nel loro ruolo, che non può essere disattesa. E non vorremmo scambiarlo, questo silenzio, per assenso alle prese di posizione espresse.

Fortunatamente, alla fine, le famiglie fanno da sole. Come accade quando termini come programmazione e gestione dei servizi sono difficili da comprendere, figuriamoci da realizzare. Ogni anno, un errore. Ed il progetto RESTIAMO FRESCHI, oltre alla dimostrazione della grande resilienza di cui i genitori sono dotati, ha anche un nome bello e simbolico.

Sembra quasi parli da solo.

E mentre invito il Garante dott. Riccardo Castro a verificare se nella fattispecie ci sono stati eventuali atti di discriminazione ai danni dei nostri figli, utilizzando tutti gli strumenti a sua disposizione, lo invito cortesemente nel contempo ad attivare il suo ufficio per chiedere che nel nostro territorio comunale venga approntato celermente uno o più accessi al mare per tutti i nostri ragazzi.

Nello Pomona

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