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Luca Madonia: “La società castra i sogni, non ci resta che aggrapparci al cuore”.

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“Un’indagine sui sentimenti a partire da quelli che Gaber chiamava i piccoli spostamenti del cuore”. E’ questo “La monotonia dei giorni”, il nuovo album di Luca Madonia. Un album realizzato con la collaborazione di Carmen Consoli, che si è occupata degli arrangiamenti e della produzione. “Ci unisce uno spirito affine – spiega Madonia a Tgcom24 -, siamo di generazioni diverse ma i nostri amori musicali sono gli stessi”.

Un album realizzato prendendosi i tempi necessari, curando i testi e gli arrangiamenti con grande dedizione e circondandosi di amici. Oltre alla Consoli, infatti, ha collaborato anche Toni Carbone, bassista dei Denovo. E proprio dalla reunion dei Denovo, avvenuta l’anno scorso, questo album ha preso in qualche modo le mosse. “Dopo un anno dove sono successe molte cose – dice – mi sembrava che questo fosse il momento giusto per fare uscire un album di questo tipo”.

Qual era l’obiettivo de “La monotonia dei giorni”?
L’album è una sorta di concept. Ogni canzone si muove in una direzione diversa ma il quadro generale è unico. Quello di capire come l’uomo si colloca in questa società dove i sogni vengono castrati e quale possa essere la via di uscita, partendo dai sentimenti. E’ un lavoro propositivo, non pessimista.

Sognare non può essere quindi una vita di fuga dalla realtà?
Sognare è bello, ma il quotidiano ti sega le gambe. Anche per questo io ho sempre scisso la persona Luca Madonia dal personaggio pubblico.

Come è nata la collaborazione con Carmen?
Il nostro rapporto si è cementato dopo l’esibizione fatta insieme a Sanremo nel 2011. Siamo diventati molto amici, trovando grande sintonia. Per realizzare questo album è stata la partner perfetta. Lei tra l’altro era ferma da un po’ e si è buttata in questo lavoro con grande entusiasmo.

Entrambi, pur se in epoche diverse, siete stati protagonisti della scena catanese. Come la vedi oggi?
E’ cambiato molto anche se resta nel dna catanese la grande curiosità. Noi come Denovo siamo stati tra i pionieri, nei primi anni 80, mentre Carmen ha vissuto la rinascita dei 90. Ora la città patisce come molte altre realtà le mortificazioni subite da una certe politica. Ma resto un fan della provincia, credo sia meno condizionata dalle mode.

Voi siete cresciuti in un’epoca in cui la gavetta era ban diversa da oggi. Cosa pensi dei talent?
Noi ci facevamo le ossa sul campo, si girava e si cercava in ogni modo di farci conoscere. I talent danno grande visibilità, immediata e molto vasta. Il problema gorsso è che alla fine ne arriva uno su mille. Tutti gli altri vanno in analisi. (tgcom24)

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